“Tutto era buio, intorno solo morte”

Cosí inizia la descrizione tragicamente icastica di John Latham, uno dei “fire-fighters”, un semplice pompiere, accorso come molti altri per salvare vite umane, sopravissuto insieme a pochi altri, gettatisi a capofitto in prima linea nell’inferno, sfidando il tragico destino di una mattina di ordinaria follia newyorkese.

Sono appena passate le 9, e l’alba dipinge ancora di cangianti tinte vermiglie il mare che circonda Manhattan. La gente per le strade appare cosí insignificante di fronte alla maestositá dei grattaceli di vetro e acciaio, cosí vicini a toccare il cielo. Gli uomini con le ventiquattro ore, i self-made men dell’economia americana cominciano ad affluire numerosi nel world trade center, adesso gremito,la frenesia della routine della grande mela inizia il suo ciclo quotidiano...

All’improvviso il boato...

L’aria é diventata irrespirabile, il tempo si ferma in un’atmosfera surreale. Il panico adesso serpeggia tra la folla, un solo sospetto aleggia tra le colonne delle twin towers, e diventa pian piano consapevolezza: un attentato, ancora un attentato, dopo quello del 1993,dei fondamentalisti islamici per mano di Ahmed Yosef.

Ma stavolta é diverso, si ha il sospetto che qualcosa sia cambiato, nella formula del massacro come negli animi dei carnefici, nella mente di chi ha subito uno stillicidio...e nella bagarre generale un’altra esplosione, e il disegno criminale sembra ormai giunto al termine...

In realtá non sarà cosí: obiettivi militari, danni materiali,mandante della strage, ormai poco importano.10000, 20000, 30000 morti: il numero può cambiare forse la sostanza?

Il nuovo secolo, iniziato con la speranza di un avvenire radioso di pace e d’armonia tra gli uomini si tinge ancora di rosso, il rosso vivo del crimine efferato, dell’odio razziale, delle lotte di religione, e le diversità , che nella storia sono state alla base dello sviluppo socio-culturale dei popoli, diventano solo cagione di lotte fratricide...

Abbiamo perso, e abbiamo perso tutti, troppo occupati a vivere di luce riflessa, nell’ombra di un’esistenza cupa ed insignificante,a sedere ignavi su una poltrona di ufficio ad aspettare la fine dei nostri giorni, ad osservare il mondo che lentamente ed inesorabilmente cade in rovina...

Andrea Graziano