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la tragedia delle foglie
mi destai alla siccità e le felci erano morte,
le piante in vaso gialle come grano;
la mia donna era sparita
e i cadaveri dissanguati delle bottiglie vuote
mi cingevano con la loro inutilità;
c'era ancora un bel sole, però,
e il biglietto della padrona ardeva d'un giallo caldo
e senza pretese; ora quello che ci voleva
era un buon attore, all'antica, un burlone capace di
scherzare
sull'assurdità del dolore; il dolore è assurdo
perché esiste, solo per questo;
sbarbai accuratamente con un vecchio rasoio
l'uomo che un tempo era stato giovane e,
così dicevano, geniale; ma
questa è la tragedia delle foglie,
le felci morte, le piante morte;
ed entrai in una sala buia
dove stava la padrona di casa
insultante e ultimativa,
mandandomi all'inferno,
mulinando i braccioni sudati
e strillando
strillando che voleva i soldi dell'affitto
perché il mondo ci aveva tradito
tutt'e due.
l'uccello
con gli occhi rossi e stordito come me
l'uccellogiunse in volo
dal lontano Egitto
alle 5 del mattino,
e Maria quasi inciampò sui tacchi a spillo:
cos'era, un razzo?
e andammo di sopra.
riempii due bicchieri di porto
e aspettammo che le campane
stanassero gli sgobboni dai loro miserabili nidi
poi Maria andò dentro ad annaffiare
il vaso
e io rimasi là seduto a strofinarmi la barba di tre giorni
pensando a quel matto di un uccello
e questo è il risultato:
tutto ciò che davvero contava
era andare in qualche posto
quanto più in fretta tanto meglio era
perché restava meno da aspettare
per morire. Maria uscì
e tirò giù le coperte
e io mi tolsi il vestito macchiato
m'infilai sotto le lenzuola sudate,
chiudendo gli occhi al suono e alla luce,
e la sentii sfilarsi i tacchi aguzzi
e i suoi piedi gelati mi calcarono i polpacci
e io battezzai quell'uccello
Mr. America
e poi rapido mi addormentai.
Una sfida alle tenebre
colpito in un occhio
colpito nel cervello
colpito nel culo
colpito come un fiore nella danza
meravigliandomi per come la morte vinca senza fatica
meravigliandomi per come si presti fede a stupide forme di
vita
meravigliandomi per come il riso venga soffocato
meravigliandomi per come il vizio sia così una costante
presto dovrò dichiarare la mia guerra alla loro guerra
devo aggrapparmi al mio ultimo pezzo di terra
devo proteggere il piccolo spazio che ho creato e che mi
ha
permesso di vivere
la mia vita non la loro morte
la mia morte non la loro morte
questo posto, questo tempo, adesso
faccio voto al sole
che ancora una volta riderò di cuore
nel luogo a me perfetto
per sempre.
la loro morte non la mia vita.
Farcela.
umidità antimeridiana Ade applaude con l'herpes sulle mani
c'e'
una donna che canta alla radio, la sua voce si arrampica
tra le
pieghe di fumo, il mio vino sbuffa...
è ora di star sola, canta la donna tu non sei
mio e mi fa stare tanto male,
essere io proprio io...
macchine per la strada, le sento, è come un mare distante
infangato di gente
e dietro l'altra spalla, lontano sulla Settima strada
vicino a Western Island
l'ospedale, l'indirizzo dell'agonia -
lenzuola padelle braccia teste
esalazioni;
tutto così soavemente atroce, ininterrotto e
soavemente atroce: l'arte di estinguersi: la vita mangia
la vita...
una volta ho sognato un serpente che si inghiottiva la
coda, inghiottiva e inghiottiva finché
è arrivato a metà dell' anello, si è fermato e
è rimasto così,farcito di sé
stesso, bella fregatura.
non abbiamo nient' altro che noi stessi per tirare avanti,
ma può
bastare...
scendo a prendere un'altra bottiglia, accendo la
tivù è c'e' Gregory Peck che fa finta di essere
F.Scott ed è tutto agitato stà leggendo il suo
manoscritto a una signora
la
spengo.
ma che scrittore è? uno che legge le sue pagine a
una signora? un sacrilegio bello e buono...
torno su e i miei due gatti mi vengono dietro, sono
tipi in gamba, mai uno screzio fra noi, mai una
lite, musica sempre in comune, mai dato il nostro voto a
un
presidente.
uno dei due, quello grosso, salta sullo schienale
della sedia, mi si strofina sulle spalle sul
collo.
"niente da fare", gli dico, "non ho intenzione
di leggerti questa
poesia"
lui salta sul pavimento esce sul
terrazzino e il suo socio
gli va dietro.
tutti e due seduti a guardare la notte; ecco
quel che si dice avere la testa a posto.
alla mattina prestissimo, quando tutti o quasi
dormono, cimicette notturne, robine con le ali
entrano in casa, vorticano piroettano.
la macchina da scrivere elettroronza, ho
aperto la bottiglia nuova, l'ho assaggiata batto un altro
verso. leggetelo
pure alla vostra signora , capace che vi dica:
fregnacce. capace che stia
leggendo Tenera è la notte.
Zero
seduto a guardare la lancetta del TIMEX che gira e rigira
e
rigira...
difficile che questa qui diventi una notte da ricordare
seduto a stanarmi punti neri dietro al collo
mentre gli altri si infilano nelle lenzuola insieme a una
gnocca
[bollente
io mi guardo dentro e trovo il vuoto totale.
sono rimasto senza sigarette e non ho nemmeno una pistola
[sfoderare
l'unica cosa che ho è questo blocco dello scrittore.
la lancetta del TIMEX continua a girare e
rigirare...
ho sempre voluto essere uno scrittore
adesso sono uno scrittore che non riesce a scrivere.
potrei scendere a guardare i programmi notturni alla tivù
con mia
[moglie
mi chiederà com' è andata
farò un gesto qualsiasi con la mano
mi piazzerò vicino a lei
e guarderò gli omini di vetro fallire
come ho fallito io.
adesso scendo giù per le scale
che scena:
un uomo vuoto che sta attento a non inciampare e sbattere
la testa
vuota.
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